Una verde e dolce montagna in mezzo al mare, segnata dalla presenza del carcere, che offre ai detenuti un’occasione di lavoro nella “Fattoria Gorgona”; la sezione agricola si presenta come un vero e proprio villaggio rurale: stalle, pollai, orti, caseifici, olivi e vitigni. Gorgona è comunque un’isola chiusa con una fruizione rigidamente controllata per evidenti motivi di sicurezza. Raggiungibile da Livorno, porto principale di collegamento, con un’ora di navigazione, è visitabile solo in giornata con l’obbligo di essere accompagnati da una guida autorizzata sotto il controllo della polizia penitenziaria, con il divieto di utilizzare cellulari e di scattare foto. È prevalentemente montuosa e ricca di vegetazione tipica della macchia mediterranea, ma vi si trovano anche alcuni esemplari di castagno e ontano nero. Il suo rilievo più alto è di 255 metri. Percorrendo la costa, si scoprono suggestive insenature e baie come la Cala Scirocco dove si trova la Grotta del Bove marino, un tempo rifugio di foche monache. Verso ponente la costa cade a picco sul mare, mentre a levante digrada formando tre valli terminanti con piccole cale (Cala Maestra, Cala Marcona, Cala Scirocco). Il piccolo centro abitato è il paese degli antichi pescatori che conta pochi abitanti. Sull’isola, ancora incontaminata, si trovano due fortificazioni: la Torre Vecchia, pisana, e la Torre Nuova, medicea. Di particolare interesse è la Chiesa fortificata di San Gorgonio. Più in alto si erge Villa Margherita, costruita sui resti romani, dove “ha preso vita” una colonia agricola. Alla sommità di Gorgona si trova il complesso che originariamente ospitava il Semaforo dell’isola, un tempo gestito dall’Aeronautica italiana.